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Autenticità

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Michael H. Kernis e Brian M. Goldman, due ricercatori dell’Università della Georgia, pubblicano nel 2006 una ricerca intitolata “A multicomponent conceptualization of autenthicity, theory and research”.

Kernis e Goldman partendo da Socrate e Aristotele per arrivare a Nietzche e a Kierkegaard, a Heidegger e a Sartre, suggeriscono che ciò che chiamiamo “autenticità” non sia un costrutto unitario, ma il risultato dell’interazione di quattro componenti. Che sono: consapevolezza di sé, elaborazione obiettiva (unbiased processing), comportamento, orientamento relazionale.

Tutto ciò, in estrema sintesi, significa conoscere se stessi, anche nei lati meno luminosi (è la precondizione per riuscire a lavorarci sopra). Poi: saper ragionare su se stessi in modo obiettivo, senza farsi illusioni e senza attivare meccanismi di autodifesa che distorcono la realtà. E ancora: scegliere di comportarsi in modo onesto e naturale, in accordo con i propri sentimenti e le proprie inclinazioni. Tutto ciò, senza sentirsi obbligati a compiacere gli altri per ottenere ricompense di qualsiasi tipo.
Infine, essere aperti, sinceri, affidabili nelle relazioni e capaci di intimità nelle relazioni più strette.

Vantaggi dell’”essere autentici”: una maggior sensazione soggettiva di benessere.

Vivere in modo autentico rappresenta una sfida continua che richiede intelligenza emotiva e promette grandi ricompense. È una strada nobile.

Le persone autentiche entrano in armonia profonda con ciò che sono e con quello che vogliono. La capacità di vivere in accordo con il loro vero io deriva da alcune abitudini chiaramente distinguibili, che ognuno di noi può “studiare” e aggiungere al proprio repertorio.

  1. Aiutano gli altri a essere se stessi. Le persone autentiche si aspettano che neanche gli altri interpretino un ruolo. Non ti fanno sentire come se dovessi adattarti ad un determinato modello o proiettare una certa immagine per far parte della loro vita. Il loro impegno con l’autenticità dà anche agli altri la libertà di vivere autenticamente.
  2. Lasciano andare i soggetti negativi. Le persone autentiche hanno troppo rispetto di sé per tollerare i maltrattamenti e l’ostilità altrui, e hanno troppo rispetto per gli altri per cercare di cambiarli. Quindi, lasciano andare. Non per rabbia, ma per il bisogno di restare fedeli a sé stesse.
  3. Esprimono i loro sentimenti e le loro opinioni reali, anche quando impopolari. Le persone autentiche non seguono la linea del “quieto vivere”. Non sono capaci di comportarsi in un modo che vada contro i loro principi, anche quando ci sono delle conseguenze. Preferiscono non mentire agli altri e, soprattutto, non riescono a raccontarsi bugie. Significa che sono disposte a affrontare le ripercussioni derivanti dal rimanere sempre fedeli alla propria natura.
  4. Sono sicure di sé. All’origine della nostra ansia sociale c’è la paura di essere “smascherati”. Temiamo che qualcuno possa scoprire che non siamo così intelligenti, così esperti, così ben introdotti come fingiamo d’essere. Le persone autentiche non hanno questo terrore. La loro sicurezza deriva dal fatto che non hanno nulla da nascondere. Il modo in cui appaiono rispecchia il modo in cui sono realmente.
  5. Preferiscono le conversazioni profonde al chiacchiericcio insignificante. Eleanor Roosevelt aveva centrato il punto. Una volta disse “Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone”. Non troverete mai una persona autentica a spettegolare sugli altri o a dire la sua sull’ultimo scandalo famoso. Sanno già che quella roba non è altro che un orpello culturale e, perciò, scelgono di parlare di argomenti che contano davvero.
  6. Non accettano un consiglio senza averlo prima soppesato. Questo non significa che non siano disposte ad ascoltare un consiglio. Lo sono. Ma non traducono quel consiglio in azione solo perché lo hanno fatto gli altri. In primis, lo passano al setaccio da una prospettiva critica per assicurarsi che abbia un senso per loro.
  7. Non si lamentano dei problemi. Ricorriamo alla lamentela quando pensiamo che la colpa per la situazione in cui ci troviamo sia di qualcun altro o pensiamo che spetti ad altri correre ai ripari. I soggetti autentici, invece, sono responsabili. Anzi, capiscono che sono gli unici responsabili della loro vita, quindi lamentarsi non serve.
  8. Sono intrinsecamente motivati. Le persone autentiche non si siedono alla scrivania pensando “Be’, se il mio capo s’impegnasse a rendere questo lavoro più stimolante, potrei fare meglio”. L’approccio “carota e bastone” non li riguarda. Sono motivati dall’interno.
  9. Traggono il meglio da ogni situazione. Le persone autentiche hanno una salda comprensione della realtà. Quando le cose non vanno come vogliono, non si lasciano incastrare dalla negazione e non si mettono a piagnucolare perché le circostanze dovrebbero essere diverse. Prendono atto della situazione e, se non possono fare nulla per cambiarla, trovano un modo per vedere il lato positivo.
  10. Non si sentono stressati o turbati quando non piacciono a qualcuno. Non è mai divertente accettare di non piacere a qualcuno, ma spesso questo malessere deriva dal tentativo di capire in cosa abbiamo sbagliato e come riparare. Le persone autentiche non conoscono questo tipo di ansia e non proverebbero mai a cambiare per condizionare l’opinione altrui. Riconoscono che anche gli altri hanno diritto a restare fedeli alle proprie impressioni, anche quando non particolarmente benevole verso di loro.