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Coopero ergo sum

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Lo psicologo Michael Tomasello nella sua ricerca “ The ultra-social animal” (2014), scrive che in una prospettiva evoluzionistica, la cosa più notevole della società umana è la molteplicità delle forme di cooperazione e che gli umani sono una specie ultrasociale. L’ultrasocialità la definisce come una caratteristica appartenente a poche specie viventi, essere umani ma anche formiche, che strutturano la loro convivenza attraverso una complessa suddivisione dei ruoli.

La cooperazione si ha quando diversi soggetti operano insieme per raggiungere un obbiettivo condiviso. In natura la competizione, dove predomina il più forte, non è quindi l’unica spinta evolutiva ad esistere. Gli esseri umani, proprio come i bonobo (scimpanzé con cui condividiamo la maggior percentuale di patrimonio genetico), sono naturalmente empatici e portati a cooperare. Ai bonobo ci accomuna la reciprocità (diamo valore ai comportamenti che sono giusti e imparziali) e l’empatia (immedesimarsi nell’altro).

Ma la cosa più interessante dello studio di Tomasello è che come esseri umani siamo in grado di cooperare non solo unendo le forze per ottenere un risultato materiale e condiviso, ma anche condividendo informazione ed esperienze. Infatti, le nostre menti sono il prodotto di un’intelligenza competitiva e una saggezza cooperativa, e il nostro comportamento è una combinazione di amore fraterno e ostilità verso chi ci appare estraneo.

Ed è proprio questa spinta evolutiva alla cooperazione che ci ha consentito di sopravvivere ad altri esseri, il prevalere delle comunità altruistiche ed empatiche, basate su generosità e fiducia reciproca, sulle comunità egoistiche.

Solo se sapremo coltivare questa ultrasocialità potremo parlare di futuro.

Credit

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4302252/

https://www.bonobo.org